Fortunata Evolo, meglio conosciuta e nota a tutti come «Natuzza» è stata una mistica italiana, veggente di Paravati di Mileto, è deceduta il 1˚ novembre 2009 presso la Casa anziani della Fondazione Cuore Immacolato di Maria, all’età di 85 anni per un blocco renale.
La presente guida si propone di sondare ed analizzare il caso della “Voce degli Angeli e dei Defunti”, persona assolutamente umile e semplice, analfabeta, dotata di particolari carismi ed in grado di parlare diverse lingue straniere. A otto anni dalla sua morte, Natuzza Evolo è ricordata come uno dei simboli della spiritualità cristiana.
Le stimmate
Natuzza Evolo è nota ancora oggi per le sue straordinarie capacità di aver saputo “dialogare con gli Angeli, con i Santi e con i deceduti” sin da quando era una bambina.
Il 15 agosto 1938, all’età di quattordici anni, la Madonna apparve alla piccola Natuzza Evolo che incominciò a mostrare sull’epidermide delle piccole lesioni dolorose, ferite sanguinanti sui polsi e ai piedi che apparivano con cadenza regolare senza alcuna causa naturale.
Fortunata inizialmente non ne parlò con nessuno di queste lesioni dolorose e sanguinanti che le comparivano senza apparente ragione, solo il nonno ne era a conoscenza ed era l’unico familiare che si occupava della medicazione della nipotina.
Con il crescere, le lesioni e le ferite divennero sempre più profonde ed iniziarono ad estendersi in varie altre zone del corpo della ragazza: sotto il seno, sulle spalle e in tutte le zone dove la tradizione cristiana colloca le famose stimmate di Gesù Cristo.
Una coincidenza o un miracolo? “Una povera donna analfabeta alla quale migliaia di persone si rivolgevano ogni mese ottenendone sempre un sollievo nell’anima e nel corpo” è così che la descrive ancora oggi Don Marcello Stanzione che si è occupato di analizzare e studiare il rapporto di Natuzza con i defunti.
Per decine di anni la donna ha ricevuto presso la sua abitazione migliaia di persone che provenivano da ogni parte del mondo per incontrarla nella speranza di avere notizie dall’aldilà dai propri cari defunti.
“Non andava assolutamente considerata come una “medium”, sostiene Don Stanzione, “Natuzza non invocava i defunti chiedendo loro di venire da lei, ma le anime dei morti le compaiono non per sua decisione e volontà, ma unicamente per volontà delle anime stesse grazie ovviamente al permesso divino”.
Profezie
Una grande mistica cristiana, la vita della calabrese Natuzza Evolo sarà ricordata come un esempio di spiritualità: una povera donna coraggiosa e piena d’amore per gli altri, che ha saputo portare parole di conforto a chi soffriva.
La “Voce degli Angeli”, la donna nata e cresciuta nel cuore della Calabria si è sempre definita “una serva del Cristo e della Madonna”, Natuzza aveva ricevuto il dono delle stimmate ed ogni anno riviveva sul suo corpo la Passione di Cristo in croce.
Aveva il dono della bilocazione e commentava “Mi si presentano dei defunti o degli angeli e mi accompagnano nei luoghi dove è necessaria la mia presenza“; nonostante le sue straordinarie doti profetiche Natuzza non ha mai acconsentito a collaborare ad indagini parapsicologiche.
La donna dei “Messaggi dai Defunti e dagli Angeli” riceveva apparizioni e visite anche più volte al giorno, arrivando persino a scambiare le anime dei deceduti per persone vive.
I defunti in contatto con la mistica calabrese hanno confermato l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno “come premio o castigo per la loro condotta di vita”.
Con le sue visioni profetiche e con le sue straordinarie doti da veggente, Fortunata ha sempre confermato l’insegnamento plurimillenario del Cattolicesimo: “dopo la premorienza l’anima del defunto viene condotta dall’Angelo custode, al cospetto di Dio e ne viene perfettamente giudicata in tutti i minimi particolari della sua esistenza”.
Grazie alla donna tutte le anime inviate nel Purgatorio richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene.
Secondo la profeta calabrese “il Purgatorio non è un posto particolare, ma uno stato interiore dell’anima, la quale fa penitenza negli stessi luoghi terreni dove ha vissuto ed ha peccato” e continua raccontando un singolare episodio “vidi una volta un defunto e mi chiese dove si trovasse […] mi rispose di trovarsi tra le fiamme del Purgatorio e mi ribadì che le fiamme del Purgatorio se le portava con sé, dovunque andasse”.
Mentre proferiva queste parole, Natuzza vide l’anima avvolta dalle fiamme, gli si avvicinò e venne investita dal calore delle fuoco che le procurarono una fastidiosa ustione alla gola e alla bocca.
Testimonianze
Tante furono le persone che gravitarono intorno a Natuzza e che, a distanza di tempo e dopo la sua scomparsa, ricordano e testimoniano le straordinarie capacità e doti spirituali della Evolo.
Una interessante testimonianze degna di essere riportata è quella della Professoressa Pia Mandarino di Cosenza la quale ricorda: “In seguito alla morte di mio fratello Nicola, avvenuta il 25 gennaio 1968, caddi in uno stato di depressione e persi la fede. Mandai a dire a Padre Pio, che avevo conosciuto tempo prima: “Padre, rivoglio la mia fede!” […] andai a trovare Natuzza per la prima volta. Le dissi: “Io in chiesa non ci vado, la Comunione non la faccio più…”. Natuzza si fece una risatina, mi accarezzò e mi disse: “Non ti preoccupare, che verrà presto il giorno nel quale non ne potrai fare a meno. Tuo fratello è salvo, ed ha fatto una morte da martire. Ora ha bisogno di preghiere ed è dinnanzi ad un quadro della madonna, in ginocchio, che prega. Soffre perché sta in ginocchio”.
Un’altra rilevante e significativa testimonianza è quella di Antonietta Polito di Briatico, la quale ricorda “Avevo avuto un litigio con una mia parente. Poco tempo dopo, recatami da Natuzza, ella, posandomi la mano sulla spalla, mi disse: “Vi siete bisticciata?”. “E voi come lo sapete?”. “Me lo ha detto il fratello (defunto) di quella persona. Vi manda a dire di cercare di evitare questi litigi perché lui ne soffre”. Io non avevo parlato per nulla di questo fatto a Natuzza e lei non poteva averlo saputo da nessuno. Mi nominò esattamente la persona con la quale avevo litigato. Un’altra volta Natuzza mi disse a proposito di questo stesso defunto che era contento perché la sorella gli aveva ordinato le messe gregoriane. “Ma chi ve lo ha detto?”, le chiese, e lei: “Il defunto”.
Un’ultima testimonianza che riportiamo (veramente significativa) è quella di un padre Gesuita che volle conoscere personalmente Natuzza: un giorno il religioso si recò da lei in incognito indossando comuni abiti che non lasciavano trapelare la sua vera identità, iniziò a interloquire con la donna e le raccontò che stava per sposarsi, ma Natuzza si alzò in piedi ed esclamò: “Voi siete un sacerdote!“.
Miracoli
Donna Natuzza sarà ricordata per la sua bontà e la capacità di confortare i sofferenti; tra i tanti miracoli compiuti riportiamo quello a nostro avviso più interessante: “la vicenda della dottoressa Filomena Cannone, zia di un ragazzo investito da un Suv, soccorso in stato di coma e con un edema cerebrale diffuso. Eugenio, questo è il nome del ragazzo fu salvato «per intercessione di Natuzza, da una coroncina del rosario passata di nascosto dalla mamma sul suo corpo, quando ormai sembrava non ci fosse più nulla da fare». Così fino al “miracolo”, e al risveglio da quel sonno che sembrava destinato a trasformarsi in qualcosa di eterno”.
Sull’ultimo miracolo di Natuzza racconta Monsignor Luigi Renzo di “un episodio avvenuto qualche ora prima della morte della mistica […] alla vigilia di Ognissanti la donna calabrese era stata trasferita dall’ospedale di Catanzaro a Paravati, nella Casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca” […] andai a farle visita, aperta la porta della stanzetta in cui alloggiava mi ritrovai da solo con la donna ormai in agonia, adagiata nel suo letto.
«Natuzza desidera baciare la croce?» le dissi, non feci in tempo a pronunciare la frase che la mistica riprese per un attimo miracolosamente vigore e, con uno scatto, si protese a baciare amorevolmente il crocefisso che tenevo sul petto, per poi ricadere esanime sul suo cuscino”. Oggi quella croce viene custodita dal Vescovo Renzo come una reliquia e conservata tra le cose più care.
Preghiere di Mamma Natuzza
Tra le tante omelie e preghiere che ella recitava, quella più emblematica che “Mamma Natuzza” recitava ogni sera alla Vergine per chiederle una grazia è la seguente:
“O Mamma del cielo, dispensatrice di grazie, sollievo dei cuori afflitti, speranza di chi dispera, gettata nella più desolante angustia sono venuta a prostrarmi ai tuoi piedi per essere da te consolata.
Mi respingerai forse? Ah! Non ci credo che hai il coraggio di mandarmi indietro. Il tuo Cuore di Mamma di misericordia spero che mi esaudirà! Povera me se tu non ci mettessi la tua mano. Io sarei certamente perduta!
[…] Da quando sono nata io ho sempre sentito parlare che tu a tutto il mondo fai grazie. E a me no? Io la voglio e la voglio a forza.E per questo io – nonostante fossi una povera ed indegna peccatrice – nella tribolazione che mi opprime ho avuto il pensiero di venire a piangere da Te. E coi gemiti, coi sospiri e con le ardenti lacrime che mi piovono dagli occhi, a Te grido, a Te alzo le mani stringendo la tua corona, invocandoti o gran Regina, consolatrice delle anime, tesoriera e dispensatrice di tutte le grazie, avvocata delle grazie più ardue, difficili e disperate.
Io sono venuta sicura. Non mi cacciare, ascoltami. Consolami e salvami, voglio da Te assolutamente la sospirata grazia… La voglio. Perdonami se approfitto della tua bontà.
Oh me, la povera afflitta! Se sola sola, ad esempio, unica al mondo non riceverò la grazia sospirata! O Mamma Santa, tutta piena di grazie, io ho tutta la speranza che Tu mi farai la grazia. Da te l’aspetto, che sei la Mamma di tutte le grazie. Sono sicura che tu me la fai. E come farò se tu non me la fai?
No! Non permettere che esca la voce che tu abbandoni e non aiuti più i tuoi figli. Pure io sono una figlia! Né che si dica che una indegna tua figlia, avendoti pregata con lacrime di afflizione, dall’ afflittissimo suo cuore, non l’ hai voluta mai sentita e liberare, mentre tanti, senza numero, sono ricorsi e ricorrono ogni giorno al tuo Cuore Immacolato e sperimentano la potenza del tuo amore e senza ritardo ne ottengono le sospirate grazie. Ed io sola devo piangere in questa grande tribolazione? […]”
Natuzza e gli Angeli
La Veggente calabrese sarà ricordata per essere stata la “Voce degli Angeli”: durante la sua straordinaria vita, Fortunata Evolo ha sempre affermato che la profondità delle sue risposte e dei suoi consigli provenivano dall’essere in costante contatto con gli Angeli di Dio.
La signora Luciana Paparatti ricorda come suo zio Livio stava facendo una cura contro il colesterolo e, un giorno, visitò Natuzza per domandarle se le medicine fossero giuste. Natuzza esclamò “C’è solo un po’ di colesterolo! […] L’angioletto me lo sta dicendo!“, ma nessuno alla veggente le aveva rivelato che l’uomo soffriva di ipercolesterolemia.
“L’angelo custode ha un corpo umano, fulgido e bellissimo, provvisto di ali e capelli biondi lunghi ed inanellati, poichè Dio gli concede d’assumere questo aspetto per essere riconoscibile agli umani”, sono queste le parole usate dalla Evolo nel descrivere il suo Angelo custode e continua “ha un vestito aureo o azzuro e bianco. Ha il compito di seguirci per tutta la vita ed aiutarci a vincere le tentazioni per accompagnarci in Paradiso o lasciarci ed essere affidato ad altri in caso di dannazione. L’angelo custode di ciascun sacerdote lo vedo a sinistra e sta a sinistra perchè, essendo i sacerdoti ministri di Dio, vengono considerati superiori agli angeli come ministri, pur essendo come uomini, imperfetti o perfetti, inferiori”.
Il suo Angelo custode le ha sempre sussurrato le risposte, l’ha sempre aiutata a centrare i problemi e le ha sempre fatto uscire dal cuore concetti teologici che la Veggente di Paravati non avrebbe mai potuto apprendere da sola.
La stessa ha sempre sostenuto che “gli Angeli Custodi assistono gli uomini non solo durante tutta la vita, ma anche nel Purgatorio, fino all’ingresso in Paradiso”.
Beatificazione di mamma Natuzza
Il processo che porta alla beatificazione della Veggente Evolo non è affatto scontato, dopo nove anni dalla morte i dubbi sono stati sollevati dalla Congregazione per la dottrina della fede e, da diverso tempo, migliaia di pellegrini e di fedeli puntualmente si recano ogni anno a Paravati per chiedere che Natuzza sia proclamata Santa.
Ad oggi la beatificazione di Natuzza rimane un percorso difficile e tante sono le tensioni maturate in ambienti del Vaticano: il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Luigi Renzo è sempre intervenuto per riflettere sui dubbi e perplessità che ostacolerebbero il riconoscimento delle virtù di Natuzza Evolo e commenta “Per quanto straordinaria sia stata la sua vita e la sua spiritualità permangono diversi dubbi e perplessità che sto cercando con i denti di risolvere. Certamente ci riusciremo ma ci vuole tempo”.
Libri
Sulla straordinaria vita di questa “donna debole nella salute, ma forte nella fede, ha mostrato il suo coraggio, la sua grandezza d’animo, soprattutto al momento della morte” come ha più volte sottolineato Monsignor Renzo, si reperiscono diversi libri biografici e critici di chi ha conosciuto questa straordinaria “Voce degli Angeli”.
Tra i migliori libri si consigliano: “Natuzza Evolo. Il miracolo di una vita”, “Natuzza, amica mia. La vita di Natuzza Evolo nel racconto di una testimone d’eccezione”, “Il dolore si fa gioia. Padre Pio e Natuzza. Due vite, un messaggio” redatti da Luciano Regolo, profondo conoscitore e studioso della donna.
Messaggi di Gesù a Natuzza
Riportiamo di seguito i messaggi e i colloqui più significativi intercorsi tra Gesù e Natuzza Evolo (Quaresima 2003).
Gesù: Alzati e piglia il ritmo dei vecchi tempi.
Natuzza: Come parlate, Gesù? Cosa devo fare?
Gesù: Ci sono tante cose che puoi fare!
Natuzza: Non ho la testa.
Gesù: Escogita qualcosa!
Natuzza: Ho capito che dovevo dire al diavolo: “Ti brucio la lingua!”. Poi mi sono ricordata che dovevo sbucciare i piselli. Li ho presi. C’era la presenza anche del diavolo che mi disturbava: mi cadeva la pentola, i piselli…
Gesù: Ce la fai, ce la fai!
Natuzza: Signore, per ogni chicco voglio un’anima salvata.
Gesù: Quali, quelli morti per portarli in paradiso?
Natuzza: Signore io sono ignorante, perdonatemi. Quelli che sono morti, sono sicura che li portate in paradiso. Però quelli che sono vivi si possono perdere, convertiteli.
Gesù: Li converto io? Se tu lavori con me. E non volevi niente!
Natuzza: Io voglio quello che volete voi.
Gesù: Allora dico che non li salvo!
Natuzza: Questo non me lo dite (arrabbiata). Non ci credo che lo fate.
Gesù: E tu che ne sai. Ti sei abituata a leggere il cuore?
Natuzza: No, questo no. Perdonatemi!
Gesù: Non ti mortificare, perché tu quando parli dici parole sagge. Povere, ma sagge.
La tomba di Natuzza
Resta forte il richiamo alla Cappella della Fondazione Cuore Immacolato dove è situata la tomba di Mamma Natuzza: migliaia di fedeli e di religiosi ogni anno prendono d’assalto Paravati per renderle omaggio.
Prima di morire la donna ha voluto lasciare ai fedeli un testamento “spirituale” che riportiamo di seguito:
“Non è stata una mia volontà – lo sono la messaggera di un desiderio manifestatomi dalla Madonna nel 1944. quando mi è apparsa nella mia casa, dopo che ero andata sposa a Pasquale Nicolace. Quando l’ho vista, le ho detto “Vergine Santa. come vi ricevo in questa casa brutta?” Lei mi ha risposto: “Non ti preoccupare, ci sarà una nuova e grande chiesa che si chiamerà Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime e una casa per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno”. Allora ogni volta che io vedevo la Madonna, le chiedevo quando ci sarebbe stata questa nuova casa, e la Madonna mi rispondeva: “Ancora non è giunta l’ora per parlare”. Quando l’ho vista nel 1986 mi ha detto: “L’ora è giunta”. Io, vedendo tutti i problemi delle persone, che non c’è posto dove ricoverarle, ho parlato con alcuni miei amici che conoscevo e con il parroco don Pasquale, e allora loro stessi hanno formato questa Associazione. L’Associazione è per me la sesta figlia, la più amata.
Allora ero decisa a fare un testamento. Lasciai stare pensando che forse ero una pazza. Invece adesso ho riflettuto per volontà della Madonna. Tutti i genitori fanno testamento ai loro figli ed io lo voglio fare ai miei figli spirituali. Non voglio fare preferenza per nessuno, per tutti uguale! A me questo testamento sembra buono e bellissimo. Non so se a voi piace.
In questi anni ho appreso che le cose più importanti e gradite al Signore, sono l’umiltà e la carità, l’amore per gli altri e la loro accoglienza, la pazienza, l’accettazione e l’offerta gioiosa al Signore di quello che mi ha sempre chiesto per amore suo e delle anime, l’ubbidienza alla Chiesa.
Ho avuto sempre fiducia nel Signore e nella Madonna. Da loro ho ricevuto la forza di dare un sorriso e una parola di conforto a chi soffre, a chi e venuto a trovarmi e a posare il proprio fardello che ho presentato sempre alla Madonna, che dispensa grazie a tutti quelli che hanno bisogno. Ho imparato anche che è necessario pregare, con semplicità, umiltà e carità, presentando a Dio le necessità di tutti, vivi e morti.
Per questo la “Grande e bella casa” dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, sarà casa di preghiera rifugio di tutte le anime, luogo per riconciliarsi con Dio, ricco di misericordia, e per celebrare il mistero dell’Eucarestia. Ho sempre avuto un’attenzione particolare per i giovani, che sono buoni ma sbandati. Che hanno bisogno di una guida spirituale, e di persone, sacerdoti e laici che gli parlano di tutti gli argomenti. meno di quelli del male.
Datevi con amore, con gioia, con carità e affetto per amore degli altri. Operate con opere di misericordia. Quando una persona fa un bene ad un’altra persona non può rimproverarsi il bene che ha fatto, ma deve dire: “Signore ti ringrazio che mi hai dato la possibilità di fare il bene” e deve ringraziare anche la persona che le ha permesso di fare il bene. E’ un bene per l’una e per l’altra. Sempre si deve ringraziare Dio quando si incontra l’occasione di poter fare del bene. Così penso che dobbiamo essere tutti e in particolar modo coloro che vogliono dedicarsi all’Opera della Madonna, altrimenti non ha valore.
Se il Signore vorrà, ci saranno sacerdoti, ancelle riparatrici e laici che si dedicheranno al servizio dell’Opera e alla diffusione della devozione al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime. Se volete accettate queste mie povere parole perchè sono utili per la salvezza della nostra anima.
Se non vi sentite, non abbiate timore perché la Madonna e Gesù vi ameranno lo stesso. Io ho avuto sofferenze e gioie e ne ho ancora: ristoro all’anima mia. Rinnovo il mio amore per tutti. Vi assicuro che non abbandono nessuno. Voglio a tutti bene. E anche quando sarò dall’altra parte, continuerò ad amarvi e a pregare per voi. Vi auguro che siate felici così come sono io con Gesù e la Madonna”.
(Natuzza Evolo, 11 febbraio 1998)