Nel comune di Bardolini, in provincia di Verona, si trova un Eremo risalente al 1600. Sto parlando dell’Eremo di San Giorgio o Eremo di Bardolini.
Costruito sul monte San Giorgio, domina dall’alto il lago di Garda e il paese sottostante, al quale è collegato tramite un sentiero sterrato a tratti piuttosto ripido. La vista migliore la si ha dagli edifici dedicati alla clausura.
La storia dell’Eremo di Bardolini
L’Eremo del Monte San Giorgio venne edificato nel corso del 1600. Nel 1665 due monaci camaldolesi, padre Giuseppe e padre Basilio, si installarono nel nuovo edificio, seguiti presto da altri monaci della congregazione di Monte Corona.
Nel 1672 l’eremo divenne priorato con a capo Oddone Becelli, fratello del nobile che aveva acquistato i terreno sulla sommità del monte, donandoli alla congregazione.
In epoca napoleonica, a causa del decreto che prevedeva la chiusura degli eremi e dei conventi del Regno d’Italia, rimase disabitato. Per salvarlo, il conte Buri lo acquistò e lo trasformò in un casale per i contadini di quella zona.
A quell’epoca, e in seguito alla nuova destinazione d’uso, l’Eremo subì alcune modifiche, tra queste l’eliminazione di alcune celle e la conseguente trasformazione del terreno da esse occupato in campi coltivabili.
Il ritorno dei monaci camaldolesi
Nel 1885 i monaci poterono finalmente tornare in possesso dell’Eremo di San Giorgio, riacquistandolo dagli eredi del conte.
Per un breve periodo, tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del XX secolo, i camaldolesi dovettero affidare l’eremo alla diocesi in quanto, essendo rimasti in pochi, non avevano sufficienti entrate per la gestione.
Dopo il 1972 l’Eremo torno pienamente nelle mani dei monaci.
Come si presenta l’Eremo di San Giorgio
L’eremo sorge su un pianoro artificiale sulla sommità del Monte San Giorgio.
Per accedervi dovrai seguire un sentiero sterrato che, nell’ultimo tratto, com’è consuetudine in tutti gli eremi coronesi e camaldolesi, risulterà molto ripido. Ai lati del sentiero che conduce all’ingresso dell’eremo vi sono due alte mura che accompagnano monaci e pellegrini nell’ultimo tratto di salita.
La struttura è composta dalla zona di clausura, non visibile ai visitatori, dalla chiesa e dagli edifici di servizio. Le celle sono immerse nel verde, così da favorire il raccoglimento in preghiera dei monaci. Tutta la struttura risulta molto semplice e sobria in ogni sua parte.
L’Eremo accoglie anche un basso promontorio che i monaci hanno ribattezzato Monte Calvario, posizionando sulla sua sommità una piccola croce.