L’antica abbazia cistercense di Valserena oggi è sede di alcuni centri di ricerca dell’Università di Parma; è dunque visitabile soltanto in determinate giornate e in certi orari.
Ma si può ammirare benissimo anche da fuori, dove appare in tutta la sua possente grandezza. L’abbazia racconta una storia lunga, che è mutata nel tempo e che sicuramente ti affascinerà perchè pare abbia ispirato la storia “La Certosa di Parma” di Stendhal.
Storia dell’Abbazia di Valserena
Situata nel comune di Paradigna (Parma), questa grande abbazia nasce e cresce intorno a una antichissima chiesa (IX secolo) dedicata a San Martino de’ Bocci, cioè “delle sterpaglie”. Nel 1298 il cardinale Gerardo Bianchi volle usare tutti i suoi beni per fondare un monastero cistercense appena fuori Parma. I lavori si protrassero per tutto il secolo successivo, anche dopo la morte del committente.
L’antica chiesa fu demolita per far spazio a quella nuova, la zona intorno venne bonificata e coltivata, iniziarono lavori di ampliamento del convento. Si deve aspettare il XVIII secolo per arrivare alla conclusione della costruzione di questo grande complesso che, di fatto, avrà vita breve. Sarà infatti sconsacrato da Napoleone e divenne un’azienda agricola. Caduta in abbandono nel XX secolo, fu restaurata e riaperta stavolta però come locali affidati all’università, alla quale ancora appartiene.
Cosa vedere nell’abbazia di Valserena
La facciata della chiesa è la prima cosa che salta all’occhio. Molto imponente, si presenta con le tipiche caratteristiche barocche, anche se l’abside e i fianchi conservano ancora i tratti gotici della prima costruzione. Dentro, si notano ancora i grandi affreschi del Cinquecento sulla controfacciata, e i decori delle campate con archi ogivali che coprono la grande navata fino all’altare maggiore. Molte opere antiche furono portate in Francia dopo i saccheggi napoleonici e solo in poche sono state restituite.
Si accede al monastero tramite un grande cortile a pentagono, che si trova oltre il portale a torretta. Nel cortile, oggi, sono in mostra grandi sculture moderne. Passeggiando tra queste forme strane, arriverai alle tre ali del convento. L’accesso è dalla Sala delle Colonne, dove appunto delle bellissime colonne reggono tre navate con volte a crociera e scalinate. Da qui si passa agli ambienti sottostanti, gli Ipogei, che ne ricopiano lo stile. Un ex loggiato esterno, oggi chiuso, collega questi ambienti agli interni della chiesa.
Il convento medievale
Se finora hai ammirato ambienti barocchi e rinascimentali, passando nelle stanze del refettorio, del dispensario e dell’antico dormitorio vedrai la parte più antica del convento: questi ambienti infatti risalgono al periodo compreso tra XIV e XV secolo. Lo si capisce dalle architetture e da alcune decorazioni ancora visibili. A spezzare questo viaggio nel tempo, la scalinata grande, che invece fu aggiunta nel Cinquecento.
Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione
Oggi il monastero di Valserena funziona come sede del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. Questo centro nacque nel 1968 per custodire oggetti ed elementi di design, fotografia, architettura e stile di moda ma nel tempo è diventato anche un centro di ricerca.
Chi lavora qui cataloga e registra il patrimonio culturale, non solo dell’Emilia Romagna ma di tutta Italia. Da poco è divenuto anche un centro espositivo e multifunzionale, con laboratori didattici ed eventi aperti al pubblico. Potrai così ammirare un centro di eccellenza e allo stesso tempo un antico tesoro della storia e dell’arte italiana!
Come arrivare
Tramite autostrada A1, uscita Parma, segui le indicazioni per Colorno, fino a Strada Piazza 1. Chi arriva in treno, dalla stazione di Parma può prendere il bus urbano per Colorno, da cui l’abbazia cistercense di Valserena/Centro Studi Archivio dista circa 3 chilometri.