E’ la città del prato senza erba, del Santo senza nome e del caffè senza porte. Padova, culla di cultura e di arte fin dai tempi dei romani, conserva tesori artistici di notevole valore. Ma se celeberrimi sono la cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto e il santuario di Sant’Antonio (per tutti semplicemente il Santo), probabilmente non sai molto dell’Abbazia e della Basilica di Santa Giustina.
Si tratta di un capolavoro architettonico, situato a chiusura di Prato della Valle, che richiama l’Oriente e arriva dalla Patavium romana; nello stesso luogo in cui vi erano i sepolcreti dell’aristocrazia pagana e un cimitero cristiano.
Nella zona in cui ancora oggi sorgono l’imponente basilica e il monastero di Santa Giustina, il 7 ottobre del 304 fu deposto il corpo della giovane Giustina, messa a morte per sentenza dell’imperatore Massimiano, allora di passaggio a Padova, perché cristiana. Un luogo di fede e devozione.
La storia dell’abbazia di Santa Giustina
Se vuoi visitare oggi Padova, non puoi mancare Santa Giustina in prato della Valle. Dobbiamo ad Opilione, prefetto del pretorio e patrizio, la prima Basilica decorata di marmi preziosi e di mosaici. Oltre alle spoglie della patrona di Padova, la magnifica chiesa fu arricchita di corpi e reliquie di molti santi. Già nel secolo VI D. C. era meta di pellegrinaggi.
Nel 971, grazie a Gauslino, vescovo di Padova, a Santa Giustina si insediò un monastero sotto la Regola di S. Benedetto. I monaci diedero impulso alle bonifiche terriere, che trasformarono le immense paludi e le sterminate boscaglie appena fuori città in distese di fertilissime campagne, che ancora oggi rendono preziosi doni della terra.
La basilica
La chiesa, oggi visitata da migliaia di fedeli e turisti, è caratterizzata dalle cupole orientaleggianti. La Basilica di Santa Giustina ti colpisce per la combinazione di due schemi architettonici diversi, che però presentano una perfetta unità. Visibili all’esterno dovevano apparire sette cupole grandi e quattro piccole. La cupola di mezzo fu realizzata negli anni tra il 1597 e il 1600; le quattro piccole furono realizzate successivamente.
L’interno
La chiesa è caratterizzata dalla grandezza degli spazi e dalla sobrietà. Il pavimento, in marmo di Verona giallo e rosso, venne iniziato nel 1608 e finito nel 1615. Nel mezzo della navata, puoi ammirare il Crocifisso ligneo del secolo XV. Un’altra caratteristica della basilica abbaziale sono le venti cappelle, dieci a destra e dieci a sinistra delle navate laterali, ricche di opere d’arte pittoriche: si tratta delle cappelle dedicate a San Paolo, S. Gertrude, S. Gerardo, S. Scolastica, S. Benedetto, ai SS. Innocenti, a S. Urio, S. Mattia, S. Massimo, alla Pietà, al Santissimo, al Beato Arnaldo da Limena, a S. Luca, S. Felicita, S. Giuliano, S. Mauro, S. Placido, S. Daniele, S. Gregorio, S. Giacomo.
Cappella di San Luca
Notevole è la cappella dedicata a San Luca, che scrisse il Vangelo e gli Atti degli Apostoli, nonché pittore dei volti di Cristo e della Madonna.
Secondo un’antica tradizione, Luca, originario di Antiochia in Siria, discepolo di San Paolo, sarebbe stato sepolto a Tebe in Grecia. Le sue ossa sarebbero quindi state trasportate a Costantinopoli e nell’ottavo secolo sarebbero finite a Padova nel Monastero di Santa Giustina.
Nel 1354, l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo, re di Boemia, si fece consegnare il cranio di San Luca, oggi conservato nella cattedrale di San Vito a Praga. Le spoglie del Santo riposano a Santa Giustina, nel sarcofago di San Luca, che risale al 1313, con specchi di alabastro orientale; telaio di porfido verde, colonne di granito orientale e alabastro, nonché marmo greco per il sostegno centrale. Molto venerata è l’icona della Madonna Costantinopolitana.